A pochi minuti dal centro di Luogosanto sorge il Palazzu di Baldu, una delle più importanti testimonianze della vita medioevale del Giudicato di Gallura, ovvero lo stato sovrano esistente tra il 1020 e il 1296, nel nord Sardegna.
La storia del Palazzo di Baldu racconta di un villaggio medioevale molto attivo negli scambi commerciali e quasi sicuramente sede del potere politico del giudicato. A causa dei pochi documenti scritti, poco si sa sul monumento che rimane in parte avvolto da un'aura di mistero arricchita da alcune leggende popolari nate nei secoli.
Di quello che un tempo era un complesso costituito da una torre a pianta quadrangolare e una ventina di edifici disposti attorno ad esso affacciati su di un ampio cortile rimangono oggi i ruderi della torre e di alcune delle strutture limitrofe.
Come tutte le torri medioevali anche quella di Baldu godeva di un’ottima visibilità sui colli di Luogosanto raggiungendo un’altezza di quasi dieci metri con tre piani di costruzione e un terrazzo.
L’edificio aveva scopo abitativo e di rappresentanza e si accedeva al piano nobile mediante una scala esterna tuttora in piedi. Al piano inferiore trovava spazio un magazzino. Gli ambienti circostanti avevano destinazioni d’uso differenti: cucine, botteghe, magazzini e stalle.
Gli studi più recenti fanno pensare che il Palazzo fosse un importante centro dell’amministrazione del territorio del Giudicato di Gallura e probabilmente anche la residenza dell’autorità politica. La sua localizzazione all’interno di una depressione del terreno costituiva una difesa naturale insieme alle vicine rocce e i tafoni granitici che in parte nascondevano la torre.
La vicina Chiesa di Santo Stefano è citata nei documenti catalani del 1358 come appartenente alla Villa di Sent Stevaode Sent Steve. La Chiesa potrebbe quindi essere l’unico edificio rimasto di questa villa. I resti della villa sono prospicienti alla chiesa, nell'area di campagna che si trova aldilà del muro che recinta l’area archeologica. Si suppone che la Chiesa fosse la cappella del Palazzo.
Oggi la chiesa ha un aspetto differente da quello originale, essendo stata ricostruita tra il XVII e il XVIII secolo ha l’aspetto delle tipiche chiese campestri di questo periodo più recente con una semplice pianta rettangolare.
Sapevate che tra le strutture vicine al palazzo è stata rinvenuta anche una fornace? Si tratta di una struttura a pianta circolare utilizzata per la produzione di oggetti in ceramica e laterizi.
La tradizione popolare e gli studi attribuiscono il palazzo alla nascita di Ubaldo, figlio di Lamberto Visconti ed Elena di Gallura, Giudice di Gallura dal 1212 al 1238.
Altre ipotesi lo attribuiscono alla memoria del padre del Giudice Giovanni. In effetti i Visconti risiedettero in Sardegna esercitando il governo della Gallura e portando avanti importanti scambi commerciali con le navi provenienti dal mediterraneo e tutto l’Oriente.
Anche le unioni matrimoniali rafforzarono il potere sul territorio della famiglia pisana.
Nel Palazzo, infatti, sono stati ritrovati diversi frammenti di maioliche pisane e savonesi ma anche produzioni iberiche e di area orientale.
Alcuni contenitori ceramici utilizzati per il trasporto di merci sono un’ulteriore testimonianza di questi intensi scambi commerciali. Non si esclude anche uno scambio di doni tra le personalità politiche che frequentavano il Palazzo. Sono stati rinvenuti, infatti, anche vetri provenienti da Venezia.
Tra i personaggi che abitarono il Palazzo c’è da ricordare anche Ugolino Visconti detto Nino di Gallura che segnò la fine del Giudicato di Gallura e ricordato anche da Dante Alighieri nell’ottavo canto del Purgatorio della Divina Commedia come "giudice Nin gentil".
Un’altra curiosità del palazzo è una leggenda locale secondo la quale nel palazzo si aggirerebbe il fantasma di don Ubaldo, sopravvissuto alla strage della sua famiglia e del villaggio per opera del re Alfonso d’Aragona.
A partire dalla fine degli anni ’90 l’Università di Cagliari ha iniziato un’attività di ricerca e valorizzazione del sito archeologico del Palazzo di Baldu a Luogosanto. Si tratta di una serie di progetti che negli anni hanno portato ad attività di scavo e alla creazione di un vero e proprio laboratorio sui reperti oltre ad attività di indagine del territorio e ricognizione di rovine e recenti iniziative di archeologia pubblica, uniche nel nord-est della Sardegna.
Grazie alla concessione della Soprintendenza Archeologica e al Comune di Luogosanto nel 2013 iniziarono nuove attività di scavo e ricerca tutt’oggi attive.
Il progetto ha lo scopo di studiare il sito de Lu Palazzu di Baldu e la vicina Chiesa di Santo Stefano, valorizzare tutta l’area, che insieme all’Eremo di San Trano, il centro storico di Luogosanto, il Castello di Balaiana e la Chiesa di San Leonardo e le numerose altre chiese del territorio si inserisce in un interessante percorso turistico della storia medievale sarda.
Le attività sono coordinate dal Prof. Fabio Pinna, professore di Archeologia Cristiana e Medievale all’Università di Cagliari che coordina le attività del Laboratorio di Didattica e Comunicazione dei Beni Culturali presso il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio.
È proprio dalle ricerche di questi anni che è emersa propria la peculiarità e l’importanza storica del palazzo in epoca medioevale come sede amministrativa e del potere, e luogo di intenso scambio commerciale con diverse aree del mediterraneo.
Negli scavi, infatti, sono state ritrovati frammenti ceramici dell’area di Genova, Savona, ma anche Costantinopoli, Terra Santa, Siria ed Egitto. Nel sito sono stati rinvenuti anche frammenti vitrei e oggetti smaltati con iscrizioni arabe che testimoniano ulteriormente la committenza regia e il possibile scambio di doni tra i visitatori del Palazzo.
Oltre al sito archeologico di Baldu, l’Università ha compiuto una serie di ricognizioni nel territorio di Luogosanto che risulta avere una posizione centrale tra i diversi villaggi del giudicato gallurese, ancora troppo poco studiato.
L’Università di Cagliari continua ancora oggi le sue attività di ricerca e formazione e durante l’estate 2018 proprio a Luogosanto ha organizzato la Scuola di Archeologia e Comunità dedicata a valorizzare la ricerca archeologica di questi anni mediante un coinvolgimento delle comunità locali e lo studio dell’impatto sociale dell’archeologia.
I 10 studenti partecipanti hanno seguito una serie di lezioni dedicate non solo allo studio dei reperti e dei siti archeologici del territorio di Luogosanto ma ai nuovi sistemi di comunicazione in modo da divulgare i risultati della ricerca e capire il ruolo dell’archeologo nello sviluppo sociale ed economico delle comunità.
È proprio in Gallura, infatti, che l’Università di Cagliari sta portando avanti una serie di iniziative di “archeologia pubblica” volte a valorizzare la ricerca archeologica e promuovere la sua comunicazione ma anche far riappropriare le comunità del patrimonio che gli è proprio. Per questo motivo, ad esempio, anche i cantieri di scavo sono ben visibili ai visitatori in modo tale che chiunque possa vedere cosa si sta facendo. Si tratta, quindi, di una nuova concezione di scavo e di comunicazione che si sta divulgando.
In occasione della 790a Festa Manna di Gaddura gli studenti dell’Università di Cagliari hanno collaborato all’arricchimento del programma culturale organizzando visite guidate, conversazioni pubbliche proprio allo scopo di valorizzare il patrimonio archeologico di Luogosanto e favorire l’incontro tra i cittadini e chi lavora nel settore archeologico nel territorio.
Tra le iniziative organizzate “Baldu Trentapiedi Junior”, un “convoglio a trazione pedonale” dedicato a far scoprire ai più piccoli l’area archeologica de Lu Palazzu di Baldu, un’escursione notturna all’Eremo dei Santi Nicola e Trano, una gita in mountain-bike, un ArcheoTalk ovvero una conversazione pubblica tra i protagonisti dell’archeologia locale.
Nei prossimi mesi proseguiranno gli scavi presso il sito archeologico di Lu Baldu.
Per rimanere aggiornati suLle attività dell’Università di Cagliari presso il sito di Lu Baldu potete seguire la pagina Facebook “Luogosanto Medievale. Archeologia e comunità”.
Se volete ripercorrere la storia medioevale del Giudicato di Gallura e scoprire il sito archeologico del Palazzo di Baldu potete contattare le guide turistiche esperte che vi accompagneranno nel vostro tour. Potete scegliere di accompagnare il vostro tour con una visita ad uno dei monumenti del territorio di Luogosanto o con un’attività sportiva.
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